domenica 6 giugno 2010
Omaggio ad Albino GALVANO a ventanni dalla scomparsa
Bene Vagienna (CN) – dal 29 maggio al 3 luglio 2010 PALAZZO LUCERNA DI RORA’ – SEDE MUSEO ARCHEOLOGICO
Via Roma – 12041
info: Ufficio Cultura Città di Bene Vagienna
Tel: 0172.654152 - 654948
ufficiocultura@benevagienna.it
Associazione Culturale Giuseppe Morino – Savigliano
tel 0172.715888 – 3356195282
e-mail: g.barberis@yahoo.it
Come esprimono gli oltre cinquanta capolavori in rassegna, tutta la pittura di Galvano è stata rivolta alla fissazione di quel valore di qualità , che tende a scomparire da un mondo che sempre più si presenta come mondo della quantificazione illimitata.
ente promotore: Città di Bene Vagienna
in collaborazione con: Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Associazione Culturale Giuseppe Morino, Savigliano (CN)
inaugurazione: sabato 29 maggio ore 18
orari: sabato, prefestivi e festivi ore 10/13 – 14,30/18,30
biglietteria: free admittance
mostra e catalogo a cura di : Giorgio Barberis, Francesca e Luca Barsi
coordinamento artistico : Giorgio Barberis, Piero Senesi, Luca Barsi
cataloggi : in sede
autori: AA.VV.
genere: arte contemporanea
visite Museo : ARCHEA
ALBINO GALVANO. NOVECENTO
Per un autore come Galvano non si puo' evitare di riandare immediatamente a quanto espresso , piu' di mezzo secolo addietro, da Argan “ La pittura di Galvano si pone senz’altro al di là del dilemma di figurativo e non- figurativo…la sua è la ricerca di una immagine che non abbia determinazioni dirette o indirette nel mondo esterno…Così la materia , non la forma, diventa mito ed immagine; e materia è il colore, ma anche il segno, la linea , il punto…”. Analisi sacra e, come di prassi, condotta con il giusto anticipo che si deve ad un Grande Critico d' Arte (specie in via di estinzione causa obrobri perennemente in corso). E, chiaramente, come esprimono gli oltre cinquanta capolavori in rassegna, tutta la pittura di Galvano è rivolta alla fissazione di quel valore di qualità , che tende a scomparire da un mondo che sempre più si presenta come mondo della quantificazione illimitata. Nelle opere iniziali potrebbe fraintendersi il tutto , ma nei lavori più recenti ,o della maturita' ricercata e, secondo l'Autore, mai trovata, il segno ,invece di esplicitare un significato, viene come respinto e costretto a deificarsi come sbarra o nastro o anello. Il segno restituisce insomma, un “concetto” di arte,che perciò non può più essere definito come concetto, ma solo come opera. La radice comune della sua pittura e della sua critica è diventata cosi' la distinzione netta tra i concetti di forma e di immagine. L’idea di forma è inseparabile dall’idea di arte come rappresentazione; l’idea di immagine supera il dualismo di oggetto e soggetto, la relatività costante di quod significat e quod significatur; mira a designare un assoluto valore d’esistenza , a sostituire alla rappresentazione un’immediata semantica. La pittura di Galvano si pone pertanto, e senz’altro, al di là del dilemma figurativo e non figurativo che sacrificano l’oggetto alla spazialità , come se questa non fosse ancora forma, anzi la forma per eccellenza.. Cosi'“...risulterebbero nitide la continuità e la coerenza nella produzione dell’allievo (e più tardi studioso) di Casorati, che diviene l’animatore essenziale dell’astrattismo torinese...”(E. Sanguineti). Ma non si puo' non pensare,intanto con autobiografica indiscrezione, a quello che egli ha rappresentato, più largamente , nella cultura della Città della Mole e italiana, con la sua feconda presenza intellettuale. Perche' nelle sue opere, ancora oggi, uno scorrere di immagini riempie lo spazio di “eventi”,e lo fa ai margini di una espansione vitalistica di tipo informale riducendosi a presentazione di una performance in cui segno e colore stanno in mutua relazione e nei quali si ritrova Galvano e tutto quanto il contrario che, da vero maestro, ha saputo trasmettere per non accademizzare i “proseliti” come tentato con lui e come , ancora oggi, molti cercano di fare per consegnarsi, magari senza meriti, ai Posteri.
Prof. Giorgio Barberis
******
BIOGRAFIA
Albino Galvano (1907-1990)Pittore, critico, storico d’arte, filosofo, amante della psicoanalisi e interessato alle avanguardie frequenta il Liceo Classico M. D’Azeglio di Torino ove ha compagno di studi e di banco Giulio
Carlo Argan. Dal 1928 al 1930 frequenta la Scuola di via Galliari retta da Felice Casorati. Nel 1945
fonda con F. Antonicelli, F. Menzio e L. Geymonat l’Unione Culturale di Torino. E’ assistente alla
cattedra di pittura di E. Paulucci all’Accademia Albertina di Torino, successivamente professore
di figura disegnata all’Istituto di Arte di Castellamonte ed al Liceo Artistico di Torino. Insegna
filosofia nei licei, collabora a “L’Arte” di Lionello Venturi, “Italia Letteraria” e “Emporium” e a
“Il Selvaggio” e “Le Arti” dirette da Mino Maccari. Nel 1946 fonda con Pippo Oriani la rivista
“Tendenza”, cura la critica d’arte su La Nuova Stampa e sul Mondo Nuovo, inizia la partecipazione
alle mostre dell’ “Ar t Club” internazionale in Italia e in Europa. Dal 1932 par tecipa invitato quasi ininterrottamente alle Esposizioni annuali della Societa? Promotrice delle Belle Arti di Torino.
Partecipa invitato alle Biennali di Venezia del 1930, 1936, 1948, 1950, 1952, 1954, 1956 e alla
Quadriennale di Roma negli anni 1931, 1935, 1948, 1965. Nel 1950 come promotore della sezione
torinese del MAC (Movimento Arte Concreta) insieme ad Annibale Biglione, Carol Rama,
Paola Levi Montalcini, Adriano Parisot e Filippo Scroppo diviene animatore e protagonista del
risveglio artistico della Torino del dopoguerra, segnando dei punti fermi nell’arte contemporanea.
Via Roma – 12041
info: Ufficio Cultura Città di Bene Vagienna
Tel: 0172.654152 - 654948
ufficiocultura@benevagienna.it
Associazione Culturale Giuseppe Morino – Savigliano
tel 0172.715888 – 3356195282
e-mail: g.barberis@yahoo.it
Come esprimono gli oltre cinquanta capolavori in rassegna, tutta la pittura di Galvano è stata rivolta alla fissazione di quel valore di qualità , che tende a scomparire da un mondo che sempre più si presenta come mondo della quantificazione illimitata.
ente promotore: Città di Bene Vagienna
in collaborazione con: Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Associazione Culturale Giuseppe Morino, Savigliano (CN)
inaugurazione: sabato 29 maggio ore 18
orari: sabato, prefestivi e festivi ore 10/13 – 14,30/18,30
biglietteria: free admittance
mostra e catalogo a cura di : Giorgio Barberis, Francesca e Luca Barsi
coordinamento artistico : Giorgio Barberis, Piero Senesi, Luca Barsi
cataloggi : in sede
autori: AA.VV.
genere: arte contemporanea
visite Museo : ARCHEA
ALBINO GALVANO. NOVECENTO
Per un autore come Galvano non si puo' evitare di riandare immediatamente a quanto espresso , piu' di mezzo secolo addietro, da Argan “ La pittura di Galvano si pone senz’altro al di là del dilemma di figurativo e non- figurativo…la sua è la ricerca di una immagine che non abbia determinazioni dirette o indirette nel mondo esterno…Così la materia , non la forma, diventa mito ed immagine; e materia è il colore, ma anche il segno, la linea , il punto…”. Analisi sacra e, come di prassi, condotta con il giusto anticipo che si deve ad un Grande Critico d' Arte (specie in via di estinzione causa obrobri perennemente in corso). E, chiaramente, come esprimono gli oltre cinquanta capolavori in rassegna, tutta la pittura di Galvano è rivolta alla fissazione di quel valore di qualità , che tende a scomparire da un mondo che sempre più si presenta come mondo della quantificazione illimitata. Nelle opere iniziali potrebbe fraintendersi il tutto , ma nei lavori più recenti ,o della maturita' ricercata e, secondo l'Autore, mai trovata, il segno ,invece di esplicitare un significato, viene come respinto e costretto a deificarsi come sbarra o nastro o anello. Il segno restituisce insomma, un “concetto” di arte,che perciò non può più essere definito come concetto, ma solo come opera. La radice comune della sua pittura e della sua critica è diventata cosi' la distinzione netta tra i concetti di forma e di immagine. L’idea di forma è inseparabile dall’idea di arte come rappresentazione; l’idea di immagine supera il dualismo di oggetto e soggetto, la relatività costante di quod significat e quod significatur; mira a designare un assoluto valore d’esistenza , a sostituire alla rappresentazione un’immediata semantica. La pittura di Galvano si pone pertanto, e senz’altro, al di là del dilemma figurativo e non figurativo che sacrificano l’oggetto alla spazialità , come se questa non fosse ancora forma, anzi la forma per eccellenza.. Cosi'“...risulterebbero nitide la continuità e la coerenza nella produzione dell’allievo (e più tardi studioso) di Casorati, che diviene l’animatore essenziale dell’astrattismo torinese...”(E. Sanguineti). Ma non si puo' non pensare,intanto con autobiografica indiscrezione, a quello che egli ha rappresentato, più largamente , nella cultura della Città della Mole e italiana, con la sua feconda presenza intellettuale. Perche' nelle sue opere, ancora oggi, uno scorrere di immagini riempie lo spazio di “eventi”,e lo fa ai margini di una espansione vitalistica di tipo informale riducendosi a presentazione di una performance in cui segno e colore stanno in mutua relazione e nei quali si ritrova Galvano e tutto quanto il contrario che, da vero maestro, ha saputo trasmettere per non accademizzare i “proseliti” come tentato con lui e come , ancora oggi, molti cercano di fare per consegnarsi, magari senza meriti, ai Posteri.
Prof. Giorgio Barberis
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BIOGRAFIA
Albino Galvano (1907-1990)Pittore, critico, storico d’arte, filosofo, amante della psicoanalisi e interessato alle avanguardie frequenta il Liceo Classico M. D’Azeglio di Torino ove ha compagno di studi e di banco Giulio
Carlo Argan. Dal 1928 al 1930 frequenta la Scuola di via Galliari retta da Felice Casorati. Nel 1945
fonda con F. Antonicelli, F. Menzio e L. Geymonat l’Unione Culturale di Torino. E’ assistente alla
cattedra di pittura di E. Paulucci all’Accademia Albertina di Torino, successivamente professore
di figura disegnata all’Istituto di Arte di Castellamonte ed al Liceo Artistico di Torino. Insegna
filosofia nei licei, collabora a “L’Arte” di Lionello Venturi, “Italia Letteraria” e “Emporium” e a
“Il Selvaggio” e “Le Arti” dirette da Mino Maccari. Nel 1946 fonda con Pippo Oriani la rivista
“Tendenza”, cura la critica d’arte su La Nuova Stampa e sul Mondo Nuovo, inizia la partecipazione
alle mostre dell’ “Ar t Club” internazionale in Italia e in Europa. Dal 1932 par tecipa invitato quasi ininterrottamente alle Esposizioni annuali della Societa? Promotrice delle Belle Arti di Torino.
Partecipa invitato alle Biennali di Venezia del 1930, 1936, 1948, 1950, 1952, 1954, 1956 e alla
Quadriennale di Roma negli anni 1931, 1935, 1948, 1965. Nel 1950 come promotore della sezione
torinese del MAC (Movimento Arte Concreta) insieme ad Annibale Biglione, Carol Rama,
Paola Levi Montalcini, Adriano Parisot e Filippo Scroppo diviene animatore e protagonista del
risveglio artistico della Torino del dopoguerra, segnando dei punti fermi nell’arte contemporanea.
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