Cinquantaotto anni di epicureismo e lavoro

Giorgio Barberis, è nato a Cuneo nel 1952 e vive e lavora a Savigliano (CN). Ha conseguito il diploma magistrale nel 1970 e la laurea in lettere, dopo il biennio di specializzazione in psicologia, nel 1976 a Torino. E’ docente di Storia dell’Arte all’Accademia di Cuneo. Nel 1978 ha avuto inizio la sua attività di collezionista, critico e mercante d’arte. Specializzato in arte internazionale del XIX e XX secolo, ha dedicato i suoi studi al rilancio dell’Ottocento ed alla riscoperta del Novecento operando per numerose testate giornalistiche nazionali ed internazionali e per diverse importanti Case Editrici Ha pubblicato una cinquantina di titoli (tra cui il Catalogo Ragionato dei Pittori della Provincia di Cuneo e l’opera di Giorgio Morandi). Sotto l'egida di Enti pubblici e privati ha curato mostre antologiche dedicate ai maggiori autori dell’800 e ‘900. Sempre in ordine alle mostre ha redatto, e redige, interventi critici in collaborazione con i più importanti storici dell’arte nazionali. E’ Presidente dell’ “Associazione d’Arte e cultura Giuseppe Morino (pittore) “.
******
Giorgio Barberis, was born in Cuneo (Italy) in 1952 and live and works in Savigliano (CN). He has achieved the magistral diploma in 1970 and the degree in letters, after two years of specialization in psychology, in 1976 in Turin. He is a teacher of History in the Academy of Cuneo. In 1978 he started his activity of collector, critic and merchant of art. Specialized in international art of the XIX and XX century, he has dedicated his studies to the Eight hundred century and the Nine hundred rediscovery operating for a lov of national and international journalistic headings and for different important Publishing Houses. He has published about fifty titles (among which the Reasoned Catalog of the Painters of the Province of Cuneo and the work of George Morandi). Under the aegis of public and private Corporate body he has ereaved anthological shows dedicated to the greatest authors of the ‘800 and '900. Always in order to the shows he has written, and he writes, critical interventions in collaboration with the most national important historians of the art. He is the President of the "Association of art and culture Joseph Morino (painter) »


lunedì 14 giugno 2010

VIII EDIZIONE CONCORSO GIOVANNI BORGNA PITTORE 9, 10 e 11 luglio 2010 6,e 8 LUGLIO 2007 10 – 11 luglio 2004

VIII EDIZIONE CONCORSO
GIOVANNI BORGNA
PITTORE
9, 10 e 11 luglio 2010
6,e 8 LUGLIO 2007
10 – 11 luglio 2004

Comune di Martiniana Po
Comitato per Martiniana

Martiniana Po (CN) ’ situata ai piedi delle Prealpi, sulla riva destra del Po, al suo sbocco in pianura. Di lì lo sguardo può soddisfarsi in tutte le direzioni, sia con il panorama della catena alpina, sia con la distesa della pianura che va verso Torino e la Langa, sia con quello del Mombracco e della conca di Rifreddo che sta dirimpetto.
Paese prevalentemente agricolo, anche se da alcuni anni sono sorti laboratori artigianali.
Martiniana ha dato i natali a Giovanni Borgna, chiamato familiarmente “Netu”, che vi nacque il 14 luglio 1854 da Borgna Domenico e Bianco Caterina del luogo.
Fin da ragazzino, i pennelli, i colori, gli stucchi usati da suo padre per creare bellissime venature di marmo finto o splendide cornici dorate o fiori ed ornamenti che inquadravano figure di santi nelle chiese, si fanno per il piccolo Giovanni poesia e sogni e desiderio di creare; fra le diverse possibilità opera subito la sua scelta. Per lui vanno bene i pennelli, i barattoli delle tinte basi per combinare ed avere i colori necessari per dipingere figure.
Dipingere a fresco è la sua passione .
Perfezionatosi all’Accademia delle Belle Arti di Torino, si dedica al lavoro e realizza più di trecento opere su muro o su tela
Consumato dal male che l’ha sempre accompagnato muore a Martiniana il 5 gennaio del 1902.
Martiniana lo ha ricordato nel 2002, commemorando il centenario dalla morte.

CONCORSO MARTINIANA PO
1.Il tema del concorso è libero, preferibilmente legato agli “Aspetti caratteristici, vita ed ambiente di Martiniana Po e della 7° sagra dei piccoli frutti”;
2. il concorso è libero a tutti;
3. la bollatura delle tele, cartoni, etc... avrà luogo al momento della consegna delle opere, presso il Comune di Martiniana Po, da lunedì 5 luglio a venerdì 9 luglio dalle ore 9 alle ore 12,30, sabato 10 luglio dalle ore 9 alle ore 16 e domenica 11 luglio dalle ore 9 alle ore 15;
4. la quota di partecipazione, a copertura delle spese di organizzazione, è fissata in euro 15,00;
5. ogni espositore potrà aderire con una od al massimo due opere, attinenti al tema in concorso;
6. le opere potranno anche essere realizzate nelle giornate sopra indicate;
7. le opere in concorso dovranno necessariamente rientrare nella sola sezione colore e tecniche miste. Dovranno essere inoltre firmate e decorosamente incorniciate, munite di attaccaglia centrale, con dimensioni non superiori al 100 x 100;
8. la giuria appositamente costituita esaminerà i lavori esposti, sui quali esprimerà il proprio inappellabile giudizio, assegnando i premi;
9. la premiazione avrà luogo domenica 11 luglio 2010 alle ore 18 presso il Comune di Martiniana Po;
10.le opere premiate resteranno di proprietà del Comune di Martiniana Po;
11. la partecipazione al concorso implica la più completa accettazione del presente regolamento;
12. gli organizzatori della manifestazione declinano qualsiasi responsabilità per l’eventuale perdita, furto, incendio od altri incidenti dovuti a causa di forza maggiore o per qualsiasi altra ragione, prima, durante e dopo la manifestazione stessa.

PREMI ACQUISTO
REGOLAMENTO
ESTEMPORANEA DI PITTURA


premio euro 1.000 (acquisto)

premio euro 600 (acquisto)

premio: Riconoscimento di presenza euro 200

3 premi ex æquo con pergamena e prodotti tipici

La giuria sarà composta da esperti d’arte qualificati.


TUTTI I PARTECIPANTI SARANNO OMAGGIATI CON PRODOTTI TIPICI

A nome degli enti organizzatori si ringraziano gli artisti che interverranno alla manifestazione pittorica e un cordiale arrivederci…a MARTINIANA PO

Realizzato dal Comune di Martiniana Po, Sagra Piccoli Frutti, Buon Gusto e Benessere

Info ed iscrizioni: 0175.265106 – 340.7312984sindaco.martiniana.po@reteunitaria.piemonte.it
IL SINDACO Giovanna Zetti

lunedì 7 giugno 2010

Il Curriculum Vitae di Giorgio BARBERIS

















Nato a Cuneo il 11 luglio 1952
Residente a Savigliano (CN),
via P.Aires n. 6
Tel 0172.715888 – 335.6195382
email: g.barberis@yahoo.it
sito: www.giorgiobarberiscriticodarte.blogspot.com


TITOLI DI STUDIO: Maturità Magistrale Saluzzo (CN). Laurea in materie letterarie con indirizzo storico di area medioevale, Università degli Studi di Torino facoltà di Magistero, e specializzazione in psicologia.

ATTIVITA'
: docente di scuola elementare quindi di scuola media statale con incarico di preside in quest'ultima; relatore in vari corsi di aggiornamento per docenti e commissario di concorso per la scuola elementare. Dall’anno 2000 docente di Storia dell'Arte presso l'Accademia di Belle Arti di Cuneo e, dal 2010 Direttore della medesima

PUBBLICAZIONI: testi di fiabe, racconti, saggistica ed arte (Alle cinque della sera, I racconti della selva nera, Fiabe e leggende del Piemonte e Valle d'Aosta, Tra le Alpi del Mistero "Gribaudo Edizioni". - La Macchina sbuffante, Dalla Littorina al pendolino "ed.Paravia" - TO, Pittori della Provincia di Cuneo - Il '900, Dipinti dell'800 e 900 italiano - Ed. Gribaudo"- Beppe Morino, ed. Ass.Culturale Morino Savigliano –CN) ed altre.

COLLABORAZIONI: in qualità di esperto e critico d'arte, con alcuni studi di settore e numerose testate giornalistiche (Arte Mondadori; Rivista Idea; il Giornale dell'Arte; Corriere dell’Arte; Il Giornale; Telecupole Piemonte Cinquestelle) e con alcune gallerie d'arte.

AZIONI ARTISTICHE SPECIFICHE: sotto l'egida di Regione Piemonte, Province e Comuni Ospiti, LA STAMPA -TO, IL GIORNALE ed Istituzioni private ha curato e cura mostre antologiche dedicate a : "Antonio Ligabue –Museo Civico di Savigliano, _Giorgio Morandi- Margaria del Castello di Racconigi, Pablo Picasso- Palazzo Salmatoris di Cherasco, Filippo De Pisis- Castello Aragonese di Ischia e Palazzo Salmatoris di Cherasco, Renato Guttuso- Museo Civico di Savigliano, Antonio Ligabue- Palazzo Salmatoris di Cherasco, Mario Schifano- Confraternita Battuti Neri Cavallermaggiore, Massimo Campigli- Palazzo Salmatoris di Cherasco,I Sei di Torino- Fondazione C.R.B. Bra, Francesco Menzio- Centro G. Arpino Bra e relativi cataloghi per l'Editrice "Bianca e Volta" di Savigliano (CN) e le Edizioni di Cherasco - Giorgio De Chirico- Palazzo Salmatoris Cherasco ( ottobre-dicembre 2000) -Giò Pomodoro - Fondazione A.Bertoni, Saluzzo (maggio 2001) Renato Guttuso - Palazzo Salmatoris Cherasco (ottobre-dicembre 2001) - Francesco Messina, Antonio Ligabue, Da Picasso a Virgilio Guidi, Arte e Guerre, Renato Guttuso- Museo "Le Carceri" di Asiago (2001-2007) in collaborazione con:Regione Veneto,Provincia di Vicenza, Città di Asiago (Catalogo Arte Gribaudo-Omnibook e altri)-Enrico Paulucci- Palazzo Salmatoris, Cherasco (aprile 2002)- Giorgio Morandi - Palazzo Salmatoris, Cherasco (ottobre-dicembre, 2002) – Antonio Ligabue ( Chiesa San Domenico – Alba ; Villa Ponti – Arona – ottobre 2003/ giugno 2004 ) Pablo Picasso ( Villa Ponti – Arona – primavera 2003 ) . Beppe Morino (Museo Civico Savigliano (CN) 2006-2007) Artisti contemporanei e dell’800 nel Castello di Roddi (2002 - 2007). Il Novecento italiano. Da de Chirico ai giorni nostri (Palazzo Lucerna di Rorà, Museo Archeologico di Bene Vagienna (CN) – marzo-giugno 2008). Natura Naturans – 5 autori a confronto (Castello di Roddi – CN – giugno 2008). Michele Cascella – (Museo “Le Carceri” - Asiago (VI) – luglio/settembre 2008 – “Palazzo Lucerna di Rorà” Bene Vagienna – ottobre 2008/gennaio 2009). Teonesto Deabate, retrospettiva, (Castello di Roddi –CN- settembre/ottobre 2008). “Carlo Carrà”, retrospettiva (Palazzo Salmatoris Cherasco – CN – ottobre/dicembre 2008). Francesco Tabusso. Miscellanea (Torre Civica di Caramagna Piemonte/ex Sala Consigliare – CN – aprile/maggio 2010). Sergio Unia (Palazzo Lucerna di Rorà, sede del Museo Archeologico, Bene Vagienna – CN – aprile/maggio 2010)
All'interno delle stesse ha tenuto, e tiene costantemente, laboratori esplicativi e conferenze, in ordine ai singoli autori, finalizzati a visitatori, alunni e docenti.

Direttore artistico: Palazzo Lucerna di Rorà, Sede del Museo Archeologico – Bene vagienna (CN), Castello di Roddi – Roddi (CN) – Sala Civica di Vicolungo (NO) – Palazzo Tornielli di Borgomanero (NO) – Torre Civica di Caramagna Piemonte (CN), ex sede del Consiglio Comunale.
Iscritto all’Ordine Nazionale dei Giornalisti” – Roma - dall’anno 2000.
Tessera n. 089818
Direttore Responsabile testata “La Nuova Masca” e “RadiocityMondovì”.
Presidente “Associazione d’Arte e Cultura Giuseppe Morino (pittore) “ dal 2004.

domenica 6 giugno 2010

I BLUFF DELL'ARTE CONTEMPORANEA SECONDO FRANCESCO BONAMI

In un nuovo pamphlet Francesco Bonami spiega come smascherare i bluff dell'arte contemporanea
Si tratta del volume “Si crede Picasso” (Mondadori, pp. 120, euro) in cui Francesco Bonami, critico e curatore della Biennale di Venezia del 2003 e di quella del Whitney Museum di New York di quest’anno, spiega quali, secondo lui, sono i veri artisti e quali i falsi e come distinguerli. Da giullaresco toscano qual è, Bonami gioca la carta della provocazione e, in battute al vetriolo, fulmina artisti che vanno per la maggiore quali Fabrizio Plessi, Bill Viola, Maurizio Cattelan, Enzo Cucchi, Damien Hirst, Michelangelo Pistoletto, Francesco Vezzoli e persino Giuliano Vangi. Il fil rouge del tutto ? “Anche se alcuni non lo ammetteranno mai, tutti gli artisti vorrebbero essere Picasso. Perché proprio Picasso? Semplice, perché è stato tutto quello che un artista può desiderare: bravo, ricco, famoso, affascinante, socievole, prolifico, popolare, inconfondibile. Ma più che altro Picasso è stato un vero artista. Infatti, per quanto possa sembrare strano, esistono anche artisti falsi che però sembrano veri”. Il che significa, secondo Bonami, che ci sono persone le quali, pur comportandosi come artisti, producendo anche con regolarità molta arte, vendendola ed esponendola in gallerie e musei, artisti in realtà non sono. Non lo sono perché il motivo per il quale creano le loro opere non è scritto nel loro Dna, ma è frutto di una loro convinzione, che spesso riescono a trasmettere con successo a molti altri. Questi falsi sono però ingombranti e spesso sottraggono spazio a chi artista lo è davvero, ma è più timido di loro, che invece sono di solito estremamente sfacciati. Ed a calcare ulteriormente la mano il critico sottolinea che capita anche di trovare falsi artisti bravi. Così come esistono pure veri artisti che sono dei cani. C’è qualcuno che si convince di essere artista anche quando tutti attorno gli fanno capire con le buone o con le cattive che non lo è. Oltre certi limiti, credersi Picasso può trasformarsi persino in una patologia, come quella di chi si crede Napoleone. Non sono esentati nemmeno gli architetti ed I galleristi ( e qui il discorso si farebbe lungo perchè le due categorie, per la maggior parte, si comportano proprio come scrive l'autore). In ordine agli architetti l'autore afferma che “Dal punto di vista della simulazione, la professione più vicina a quella dell’artista è quella dell’architetto. Basta aiutare un amico a ristrutturare un bagno et voilà: si può far correre la voce di essere un architetto” e per quanto concerne i mercanti viene sottolineato che “...esistono anche i falsi galleristi, quelli che sono appunto disposti a mostrare l’arte dei falsi artisti, e che magari riescono persino a venderla a qualche sprovveduto più abbiente di loro”. Molto caustico quindi Bonami e, certamente un po' esageratamente tranchant. Ma è anche vero che se si prova a farci l’occhio, andando a mostre o visitando musei, si inizierà a capire quasi automaticamente quali sono gli artisti veri e quelli falsi. L’opera d’arte realizzata da un vero artista suscita dentro il fruitore una sensazione completamente diversa da quella prodotta da un millantatore. E questa sensazione non ha nessun legame con il fatto che l’opera piaccia o meno, ma nasce dal fatto che la stessa, fin dal primo sguardo, appare in qualche modo inevitabile e indimenticabile.

Prof. Giorgio Barberis

Omaggio ad Albino GALVANO a ventanni dalla scomparsa

Bene Vagienna (CN) – dal 29 maggio al 3 luglio 2010 PALAZZO LUCERNA DI RORA’ – SEDE MUSEO ARCHEOLOGICO
Via Roma – 12041

info: Ufficio Cultura Città di Bene Vagienna
Tel: 0172.654152 - 654948
ufficiocultura@benevagienna.it
Associazione Culturale Giuseppe Morino – Savigliano
tel 0172.715888 – 3356195282
e-mail: g.barberis@yahoo.it

Come esprimono gli oltre cinquanta capolavori in rassegna, tutta la pittura di Galvano è stata rivolta alla fissazione di quel valore di qualità , che tende a scomparire da un mondo che sempre più si presenta come mondo della quantificazione illimitata.
ente promotore: Città di Bene Vagienna
in collaborazione con: Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Associazione Culturale Giuseppe Morino, Savigliano (CN)
inaugurazione: sabato 29 maggio ore 18
orari: sabato, prefestivi e festivi ore 10/13 – 14,30/18,30
biglietteria: free admittance
mostra e catalogo a cura di : Giorgio Barberis, Francesca e Luca Barsi
coordinamento artistico : Giorgio Barberis, Piero Senesi, Luca Barsi
cataloggi : in sede
autori: AA.VV.
genere: arte contemporanea
visite Museo : ARCHEA

ALBINO GALVANO. NOVECENTO

Per un autore come Galvano non si puo' evitare di riandare immediatamente a quanto espresso , piu' di mezzo secolo addietro, da Argan “ La pittura di Galvano si pone senz’altro al di là del dilemma di figurativo e non- figurativo…la sua è la ricerca di una immagine che non abbia determinazioni dirette o indirette nel mondo esterno…Così la materia , non la forma, diventa mito ed immagine; e materia è il colore, ma anche il segno, la linea , il punto…”. Analisi sacra e, come di prassi, condotta con il giusto anticipo che si deve ad un Grande Critico d' Arte (specie in via di estinzione causa obrobri perennemente in corso). E, chiaramente, come esprimono gli oltre cinquanta capolavori in rassegna, tutta la pittura di Galvano è rivolta alla fissazione di quel valore di qualità , che tende a scomparire da un mondo che sempre più si presenta come mondo della quantificazione illimitata. Nelle opere iniziali potrebbe fraintendersi il tutto , ma nei lavori più recenti ,o della maturita' ricercata e, secondo l'Autore, mai trovata, il segno ,invece di esplicitare un significato, viene come respinto e costretto a deificarsi come sbarra o nastro o anello. Il segno restituisce insomma, un “concetto” di arte,che perciò non può più essere definito come concetto, ma solo come opera. La radice comune della sua pittura e della sua critica è diventata cosi' la distinzione netta tra i concetti di forma e di immagine. L’idea di forma è inseparabile dall’idea di arte come rappresentazione; l’idea di immagine supera il dualismo di oggetto e soggetto, la relatività costante di quod significat e quod significatur; mira a designare un assoluto valore d’esistenza , a sostituire alla rappresentazione un’immediata semantica. La pittura di Galvano si pone pertanto, e senz’altro, al di là del dilemma figurativo e non figurativo che sacrificano l’oggetto alla spazialità , come se questa non fosse ancora forma, anzi la forma per eccellenza.. Cosi'“...risulterebbero nitide la continuità e la coerenza nella produzione dell’allievo (e più tardi studioso) di Casorati, che diviene l’animatore essenziale dell’astrattismo torinese...”(E. Sanguineti). Ma non si puo' non pensare,intanto con autobiografica indiscrezione, a quello che egli ha rappresentato, più largamente , nella cultura della Città della Mole e italiana, con la sua feconda presenza intellettuale. Perche' nelle sue opere, ancora oggi, uno scorrere di immagini riempie lo spazio di “eventi”,e lo fa ai margini di una espansione vitalistica di tipo informale riducendosi a presentazione di una performance in cui segno e colore stanno in mutua relazione e nei quali si ritrova Galvano e tutto quanto il contrario che, da vero maestro, ha saputo trasmettere per non accademizzare i “proseliti” come tentato con lui e come , ancora oggi, molti cercano di fare per consegnarsi, magari senza meriti, ai Posteri.
Prof. Giorgio Barberis
******
BIOGRAFIA
Albino Galvano (1907-1990)Pittore, critico, storico d’arte, filosofo, amante della psicoanalisi e interessato alle avanguardie frequenta il Liceo Classico M. D’Azeglio di Torino ove ha compagno di studi e di banco Giulio
Carlo Argan. Dal 1928 al 1930 frequenta la Scuola di via Galliari retta da Felice Casorati. Nel 1945
fonda con F. Antonicelli, F. Menzio e L. Geymonat l’Unione Culturale di Torino. E’ assistente alla
cattedra di pittura di E. Paulucci all’Accademia Albertina di Torino, successivamente professore
di figura disegnata all’Istituto di Arte di Castellamonte ed al Liceo Artistico di Torino. Insegna
filosofia nei licei, collabora a “L’Arte” di Lionello Venturi, “Italia Letteraria” e “Emporium” e a
“Il Selvaggio” e “Le Arti” dirette da Mino Maccari. Nel 1946 fonda con Pippo Oriani la rivista
“Tendenza”, cura la critica d’arte su La Nuova Stampa e sul Mondo Nuovo, inizia la partecipazione
alle mostre dell’ “Ar t Club” internazionale in Italia e in Europa. Dal 1932 par tecipa invitato quasi ininterrottamente alle Esposizioni annuali della Societa? Promotrice delle Belle Arti di Torino.
Partecipa invitato alle Biennali di Venezia del 1930, 1936, 1948, 1950, 1952, 1954, 1956 e alla
Quadriennale di Roma negli anni 1931, 1935, 1948, 1965. Nel 1950 come promotore della sezione
torinese del MAC (Movimento Arte Concreta) insieme ad Annibale Biglione, Carol Rama,
Paola Levi Montalcini, Adriano Parisot e Filippo Scroppo diviene animatore e protagonista del
risveglio artistico della Torino del dopoguerra, segnando dei punti fermi nell’arte contemporanea.
Caramagna Piemonte (CN) – dal 22 maggio al 26 giugno 2010
Antica Torre del Duomo di Caramagna Piemonte- Piazza Castello, 1
Tel. 0172.89004 – 3356195382 - e-mail: caramagna.piemonte@ruparpiemonte.it

Oltre quaranta opere di un artista di livello internazionale che, con la sua grande arte, ha saputo conquistare i favori sia della critica sia del pubblico, per continuare le grandi proposte della rinnovata sede espositiva della Torre Civica di Caramagna Piemonte (ex Sala Consigliare).

Enti promotori: Città di Caramagna Piemonte, Regione Piemonte, Provincia di Cuneo, Associazione di Volontariato “La Torre” – Caramagna Piemonte (CN); Associazione Culturale Giuseppe Morino – Savigliano (CN)
orari: venerdì 15/18,30- sabato e domenica 10/12; 15/18,30
biglietteria: free admittance
mostra a cura di : Giovanni Baretta, Giorgio Barberis, Francesca e Luca Barsi
coordinamento artistico : Giorgio Barberis, Francesca e Luca Barsi, Piero Senesi
ufficio stampa: Massimiliano Panero
catalogo: in sede
autori: Michele Baretta
genere: arte contemporanea - retrospettiva

"...se una cosa [gli amatori d'arte] ammirano nei ritratti e nelle figure e' la freschezza del colore....Mentre la fattura larga e facile ci piace, il colore continuamente bello e lucido ci stanca; in natura, i colori belli di per se stessi non vi sono, ma paiono tali per il giusto contrapposto con gli altri, il fare i colori piu' belli della natura e' far falso e convenzionale insieme" (Signorini, 1867).
Il pensiero di un grande come il nostro macchiaiolo potrebbe facilmente adattarsi a questa scelta proposizione del mai trascorso Michele Baretta, anzi di un anticipatore della “nuova” figurazione come il Maestro vigonese che qui incarna il genio vibrante e facile, la maestria posta sempre meglio al servizio del piacere dela pittura, l'artista dell' innovazione estrema dotato di parecchi fra gli espedienti che non sono stati colti appieno dai contemporanei. Specie i suoi ritratti e le figure, anche ambientate in situazioni diverse dallo studio o dalla posa accademica, condotti con un'esecuzione spedita, sciolta, di tocco e di bravura, che rivela abbondanza di doni nativi. Un artista ultra chic, specialmente quando ritraeva belle signore che appaiono dipinte come sotto un vetro traslucido. Esperto di un mondo e di una letteratura che lo ha rappresentato, interpretava molto bene ritratti dal forte potere d'incanto che rivelano spontanee e sicure doti di pittore. Basti osservare, in rassegna, opere come “L’autoritatto col fumo, La coppia di modelle col vestito giallo, Elsa con la rosa, Il mercato grandeLa figura con drappo rosso” Certo, ne “ Un Monde de Figures”, come e' quello che qui si propone, le donne ed il proprio ego, ebbero sempre un ruolo di primo piano nella sua vita; nel ritrarle, e nel ritrarsi, egli ne esaltava le caratteristiche migliori, allungava gambe, mani, piedi per esaltare il fascino naturale. Raggiunta la celebrita' , e non solo grazie a questi soggetti come sottolineato da molti grandi critici quali Bernardi, Dragone o Mistrangelo, non smise mai di impegnarsi nel lavoro, che programmava minuziosamente ma anche con immediato intuito: ogni suo quadro era preceduto da schizzi, appunti e prove per ottenere la perfezione formale. Persino i suoi caratteristici, rapidissimi colpi di pennello, le cosiddette "sciabolate" boldiniane che, sovente, imprimevano vita e movimento, erano accuratamente studiati. Certo nelle figure di Baretta, emergono le nature flessuose e disinibite che mostrano senza reticenza un modello di bellezza erudito. Specie nelle figure femminili, come gia' sottolineato, le quali, spogliandosi, affermano la loro autodeterminazione di individui maturi e emancipati, pienamente consapevoli della propria femminilita'. Nature fantastiche e coinvolgenti, raggiungono lo studio dell'artista, impazienti di sfuggire al protocollo della societa', di slacciare le rigide costrizioni esterne per abbandonarsi, libere, finalmente, e sentirsi loro stesse protagoniste, ammirate e soprattutto comprese, di fronte al “fauno”, a quel grande uomo ed interprete al quale non sanno tacere i loro piu' reconditi pensieri. Baretta non le giudica, perche' giudicarle significherebbe rinnegare la sua natura, ma, anzi, le incoraggia a esprimersi, raccoglie le loro confessioni, le loro angosce e le induce a riflettere sulla fatuita' del tempo e dell’essere che vive di un solo attimo. L’artista sa cogliere al volo quel momento, quello irripetibile, in cui la bellezza appare piu' sfolgorante e in cui le sue muse (Elsa in particolare) si mostrano piu' disinvolte e naturali. Eppure questi ritratti ricolmi di tanta bellezza sono spesso perturbati da un senso di provvisorieta', che aleggia velata, che freme nell’aria e negli sguardi ora struggenti, ora superbi o malinconici, sopraffatte dall' immagine che il pittore dara' di loro. A volte, poi, l’artista esalta il loro ego ritraendole spesso soltanto un attimo prima che, sopraggiungendo l’autunno della vita, la loro bellezza appassisca per sempre, che le loro foglie di rose profumate comincino a cadere. A volte, come uno stregone, raccoglie i fragili petali e con un gesto d’amore ricompone quei fiori appassiti restituendo un attimo di eterna primavera. Una primavera che, da sempre, si e' espansa in mille diversi soggetti, negli immaginabili accordi delle chitarre che, sovente, apparivano nei quadri, nei colori e nei tratti inizialmente riconducibili ad un futurismo “giuliano”, nel suo essere affabile ed aperto con Un Monde de Figures che piu' fu felice di considerare.
Prof. Giorgio Barberis
******
Michele Baretta (Vigone 1916 – 1987) e' stato una figura di assoluto rilievo nel panorama culturale del ‘900 piemontese. Artista eclettico, elegante, sensibile, raffinato disegnatore, dotato di solida padronanza del mestiere, ha espresso con altissimo vigore qualitativo, sempre a livelli di assoluta grandezza, tematiche sia sacre che profane scaturite da una sensibilita' pittorica autentica.
Nato il 1 gennaio 1916, inizia a disegnare e dipingere sin da bambino, utilizzando i colori da muratore del padre capomastro. E’ sempre e solo vissuto di pittura. Frequenta negli anni dal 1929 al 1935 la Scuola del Reffo a Torino sotto la guida del pittore Guglielmino. Viene ammesso nel 1933 alla R. Accademia Albertina di Belle Arti di Torino, cui dedica scarsa frequentazione. Si considera essenzialmente autodidatta avendo personalmente studiato e utilizzato tutte le tecniche pittoriche, non ultimo l’affresco. Dopo la parentesi militare, inizia concretamente l’attivita' nel 1945 con la personale alla Galleria Rege Santiano di Pinerolo. Nello stesso anno affresca la chiesa di San Bernardo a Vigone. Seguiranno ininterrottamente mostre personali in varie localitΰ italiane, partecipazioni a collettive nazionali e internazionali, affreschi e dipinti sacri in svariate chiese del Piemonte, tra cui a Torino le parrocchie del S. Cottolengo e di N.S. della Pace (dove affresca due absidi e la piω grande cupola di Torino), le chiese degli Angeli, San Lazzaro e San Luigi IX a Pinerolo, Santa Caterina a Vigone. Sue presenze si contano, dal 1950, alle rassegne e Quadriennali della Promotrice, del Circolo degli Artisti, del Piemonte Artistico e Culturale a Torino, alla Permanente, a Brera ed al Palazzo Reale a Milano, alle Biennali di La Spezia, e altre. Sue opere sono presenti in prestigiose collezioni private in Italia e nei principali Paesi esteri ed inoltre in svariate collezioni pubbliche tra cui : Collezione Civica d’Arte di Palazzo Vittone Pinerolo, Museo d’arte di Vibo Valentia, Collezione d’arte presso il Museo di Cuneo, Museo Storico della Cavalleria di Pinerolo, Museo d’Arte Moderna di Sessa Aurunca, Regione Piemonte, Istituto Bancario San Paolo, F.C.Juventus, Casino de la Vallιe di Saint Vincent, Banca Torinese Balbis & Guglielmone (ora Banca Intesa), Cassa di Risparmio di Torino. Sale a lui dedicate nel Museo Diocesi di Pinerolo e nella Biblioteca Comunale Luisia di Vigone.

Omaggio a Enrico PAULUCCI

Galleria D'Arte San Pietro
Via Garibaldi, 47 – 12038 Savigliano (CN)
dal 15 maggio al 13 giugno 2010

Oltre cinquanta opere di un artista di livello internazionale che, con la sua semplicità, ha saputo conquistare i favori sia della critica sia del pubblico, per ricordarne la scomparsa (1901-1999)

Enti promotori: Galleria d'Arte San Pietro
Inaugurazione: sabato 15 maggio ore 17
orari: da martedì a venerdì 16/19 – sabato, domenica, domenica, prefestivi e festivi 10,30/12; 15,30/19,30
biglietteria: free admittance
mostra a cura di : Marilena e Roberto Tatò in collaborazione con Francesca e Luca Barsi
coordinamento artistico : Marilena e Roberto Tatò, Francesca e Luca Barsi, Giorgio Barberis,
ufficio stampa: Galleria d'Arte San Pietro
Testi: Giorgio Barberis
cataloghi: in sede
autori: Enrico Paulucci
genere: retrospettiva
Info: tel/fax 0172370099 – 3482288196 – www.galleriasanpietro.com / galleriasanpietro@gmail.com

La rassegna dedicata al compianto Enrico Paulucci da Marilena e Roberto Tatò nelle eleganti sale della galleria Sanpietro è , senza dubbio, un dovuto omaggio ad un autore particolarmente interessante sia sotto il punto di vista artistico sia sotto il punto di vista storico, specie se si considera l'evoluzione pittorica italiana del XX secolo in ordine alla linea figurativa. Un'evoluzione che qui, grazie ad un'accurata scelta delle opere del Maestro, emerge, come sempre, in tutta la freschezza dalle oltre quaranta opere esposte. E sono suggestive marine,vedute parigine,colline di Langa, animati scorci sabaudi e nature morte che coprono gli anni che vanno dal 1931 sino all’ultima produzione e che “raccontano” perfettamente il modus operandi dell’ultimo" superstite" del famoso gruppo de “I Sei” di Torino. Preziosi, in mostra, lavori quali Mareggiata al Tigullio-1931, Paesaggio torinese-1941, Ragazze e nasse a Sestri-1952, Vele-1990 e, naturalmente, gli esordi astratti degli anni '50 o le nature morte di fresco ordine fauve e di ritorno all'ordine. Un ensemble che, per dirla con l'amico e poeta Alfonso Gatto in uno scritto del 1973 esplica come: "... Paulucci scoprì il corsivo, il parlato di una pittura felice e aperta alla germinazione luminosa: e, sin dagli inizi, il suo volgere all'astratto per campiture, per grafia, per fluide morbide fantasie memoriali, per atmosfere assorbenti segreti spazi del segno, era già valersi di un'ideazione visibile, estroversa, fertile per gli occhi e per l'azzardo mentale...” Certo l’elemento di base dell'ispirazione del Pittore rimase sempre lo spettacolo della Natura, interpretato con un mezzo d'evasione avuto in dono dalla nascita e che, ancora oggi, non ha bisogno di “arida critica”; bensì ha bisogno di essere visto per assaporare i rutilanti colori delle marine, delle langhe, delle Parigi e delle Torino affollate da personaggi-colore, per lasciarsi trascinare dalla profonda quanto elegante allegria di pastelli, gouache ed incisioni. Un unicum mirato e fonte di ricordi piacevolissimi, specie per chi ha avuto l’onore e la fortuna di conoscerlo, ma anche per chi avrà la possibilità di riandare alla personalità di un simile Autore visitando la pregevolissima mostra.

Prof. Giorgio Barberis

Francesco TABUSSO. Miscellanea.

Caramagna Piemonte (CN), Torre Civica (ex sala Consigliare), dal 10 aprile al 9 maggio 2010.
Oltre quaranta opere di un artista di livello internazionale che, con la sua semplicità ha saputo conquistare i favori sia della critica sia del pubblico per inaugurare la rinnovata sede espositiva della Torre Civica di Caramagna Piemonte (ex sala Consigliare). La rassegna, ricca di oli, acquerelli, disegni ed inediti dipinti eseguiti su terracotta in bassorilievo, si propone quale omaggio all’erede spirituale di Felice Casorati, al pittore nato a Sesto San Giovanni, ma cresciuto nella fervida Torino a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta. Una carrellata su tutta la produzione di questo cantore della quotidianità, le cui uniche muse sono sempre state la gente, la vita e i sogni. Pittore che ha sempre lavorato per cicli, incentrati sul paesaggio, la natura morta, la figura, i proverbi popolari, l’omaggio a grandi maestri quali Grunewald, Goya, Rembrandt, Caravaggio o Georges de la Tour, il mare, i miti, i ritratti di fanciulla, i montanari valsusini, le vigne della Langa, il circo, gli animali del bosco, gli uccelli e le erbe, sa rispecchiare, ancora oggi, la realtà vista con gli occhi di un bambino e ritratta dalla mano matura di un maestro. Connubio da grande artista evidentissimo in questa rassegna che ripercorre le diverse fasi della sua carriera operativa esplorandonele varie sfaccettature e scoprendone le più evidenti e sottointese passioni. Tutti lavori, caratterizzati da un’impronta inconfondibile: il “daimon” di Tabusso, il suo demone, la vocazione che si è manifestata subito e che non l’ha mai abbandonato, facendo di lui uno dei pittori più amati e apprezzati della contemporaneità. Fin dagli inizi della sua carriera, da quella partecipazione, ancora ventiquattrenne, alla Biennale di Venezia del 1954, dove sarebbe poi tornato nel ’56 e nel ’58. E poi ancora nel ’66, questa volta con una sala personale. Si parte da allora, da quegli anni di formazione nella cerchia di Casorati, per poi arrivare – capolavoro dopo capolavoro- fino alle opere più recenti che, con spontaneità e vigore, ripercorrono sessant’anni di intuizione e coerenza artistica. Una coerenza che lo ha contraddistinto in tutte le sue più prestigiose rassegne internazionali, quali Bruxelles, New York, Mosca, Alessandria d’Egitto e nelle innumerevoli personali tenute in Italia ed all’estero. E anche quando il maestro ha accondisceso a proporsi in realtà meno eclatanti sempre ha fatto si che i lavori esposti non perdessero mai quel significato onirico e particolare che, da sempre, lo contraddistingue. Quel carattere, che un soleggiato pomeriggio estivo, mi esternò, tra un bicchiere di grappa ed uno di limoncello, seduti sull’ingresso della propria abitazione in C.so Galileo Ferraris: voleva rimanere li. Raccontò dei suoi ispiratori, della propria visione di vita, dell’amore per le persone vere e del suo essere giullaresco con coloro che volevano solo “rubargli” le proprie opere. E continuò, con fascinoso gergo personale, descrivendo soprattutto la propria idea di mondo femminile, di ritrovi taverneschi con gli amici, di improvvisa necessità di dipingere o creare un pensiero cdhe gli aveva attraversato la mente. Satiro immaginifico di donne vive ed imprendibili, cercate ed isolate per desiderio, fermate dall’eros, dal colore o dalla materia. Ingentilite come una venus coelestis botticelliana, ma avvolte da una personale simbologia tradotta in un mondo popolato da Lupin vogliosi. Un mondo femminile che esibisce una fisicità arcana, palpabile, teoricamente inafferrabile: nomadi continuamente inseguite che, a volte, fuochi fatui, riescono a “ballare” per una sola estate.
Prof. Giorgio BARBERIS

ART'ERNATIVE 2010 CARAMAGNA P.TE (CN)

Per Domenica 18 aprile l'Associazione La Torre di Caramagna ha organizzato l'iniziativa Art'ernative – Espressioni artistiche in strada, evento che rientra in un calendario annuale che la compagnia ripropone puntualmente e che ha previsto un’esposizione d’arte aperta a tutti (presso i portici del centro storico), un concorso a premi per artisti, attività per i più piccoli, promozione del volontariato e gastronomia.
Arrivato alla quinta edizione, il tema scelto quest'anno ("Il volto della sofferenza") era legato all'Ostensione della Sacra Sindone a Torino, ed ha portato a Caramagna importanti iniziative organizzate dalla Parrocchia e dall'associazione Albero Grande, quali una bellissima mostra sulla Sindone a Caramagna e le "Sacre spine ritrovate", tenutasi dal 28 marzo al 23 maggio presso la Galleria Superiore dell’antica Abbazia.
Sempre domenica 18 aprile si è esibito il gruppo storico Pietro Micca di Torino per le vie del paese. In contemporanea alla manifestazione, la Torre Civica (ex sala Consigliare) ha ospitato la Mostra "Francesco Tabusso - Miscellanea", con numerose opere dello stimatissimo pittore.
Si e' tenuta sabato 8 maggio, la premiazione del concorso artistico Arternative, organizzato dall'associazione La Torre di Caramagna, con la giuria presieduta dal prof. Giorgio Barberis.

Il Prof. GIORGIO BARBERIS, scrive dell'artista Giorgia CLAIRE

Onde ovviare a tanta critica usuale che vedo sul sito di Giorgia occorre sottolineare che l'autrice si pone tra il Simbolismo orientale, di natura aniconica, e l'Iconismo occidentale, la cui sintesi è fatale perché va ad incidere in chiave trasfigurante sulle immagini che diventano astratte, esattamente come nelle più recenti tendenze artistiche del Novecento Europeo. Le sue opere sprigionano quindi un'area mitteleuropea che le rende appetibili ad un pubblico colto, sensibile e conoscitore delle istanze "moderniste".
L'accentuata predisposizione per le forme astratto-geomeriche (derivata indubbiamente dalla sua formazione) ricalca senza dubbio un gusto stilizzante, dando vita all'Astrattismo contemporaneo e alla grande esecuzione di action painting che palesemente la influenza specie nelle grandi tele. Nel caso di Giorgia è anche vero che la ricchezza materica, prodotta integrando la pittura con materiali di varia natura e provenienza, e la pienezza delle paste cromatiche, continuamente reinventate, tradiscono una sicura padronanza di mezzi espressivi, atti a rendere plasticità e volumetria, prerogative del nostro Classicismo ( non è da ignorare che, da persona attenta alla storia dell'arte, ha giustamente subito gli influssi dei grandi Maestri del passato) E non c'è da scervellarsi tanto nel tentativo di forzare una qualunque lettura di tipo razionalistico. Appare infatti evidente che i temi vengano attinti ad una sorgente ininterrotta che sgorga con inesauribile flusso senza arrestarsi mai...la Fantasia, nei suoi lavori particolarmente sbrigliata. Spinta da quell'ineffabile mistero che è la Creatività. Essa viene ad effondere su tele ed altri supporti un'ondata di colori sgargianti che si distribuiscono in modo apparentemente casuale secondo spartiti geometrici difformi, tutti comunque a carattere fitoformico...volute, girali, corsie irregolari e ondulose, angoli insospettati...colori brillanti, sensuali, quasi sempre scelti tra i caldi e non tra i radianti. Passaggi pittorici e scansioni plastiche ardite, quelli della Claire, ma sempre graduati da tonalità piene e luminescenti, soprattutto negli ultimi tempi, dove la sovrapposizione si pulisce e le geometrie più nette parlano di interpretazioni paesistiche, di sensazioni personali, di un es che travalica modi duttori e conduzioni segniche. Il titolo di ogni Opera, quasi sempre basato sul concetto di "insolito", fa palese riferimento ad un espressionismo modernamente rivisitato, ma quel che più importa è il coraggio di avventurarsi in quel suo universo fantastico, e tutto ciò che si può ragionevolmente evincere dalla lettura dei suoi "dipinti", a volte anche scultorei, introduce ad una Cosmogonia Misterica, che solo il "Terzo Occhio", quello dello Spirito, può illuminare e far capire quanto Giorgia sia personale e non riconducibile tou curt ai predecessori cui, per comodità di impianto critico, è sempre stata paragonata.
Aprile 2010, Prof. Giorgio BARBERIS

GRAPPEGGIA PENSIERO - Il pittore e musicista di Racconigi si racconta alla "Rivista IDEA", a cura del prof. Giorgio BARBERIS

Una ricerca di tecnè, satira sociale e allegra comicità, ma al contempo di profonda analisi introspettiva, porta il poliedrico Corrado Grappeggia a esprimersi pittoricamente, e non solo, attraverso soggetti e situazioni di grostziana memoria. Dal suo atelier della città della reggia sabauda osserva la gente che passa davanti alle vetrate, ne commenta pregi e difetti visivi, paragona fatti e situazioni a not musicali e impostazioni pittoriche. Si è ritrovato, in arte, ad avere un rapporto nuovo con il passato il che ha evitato qualsiasi approccio “colto” alla materia. Cosa che si rivela un fattore tutt’altro che negativo, anzi vantaggioso, specie quando è sfruttato nel giusto modo. E specie quando, all’applicazione artistico-pittorica si coniuga la passione per la musica e la strumentistica e si abbinano la koinè grafica, e quella per il rigo musicale, alla poesia e alla lettura dei classici o delle nuove proposte. Da autodidatta, peraltro molto acculturato, Corrado non sarebbe capace di intellettualismi gratuiti e quindi muove per l’intuito. Legato ad una curiosità incessante, a un peregrinare continuo, a un desiderio profondo di riuscire a cogliere in tutto quanto lo circonda il lato oscuro e quello illuminato, l’autore riesce a raccontare, con i personaggi che popolano le sue tele, la drammaticità e l’allegria velate sempre, quest’ultima, da una sana rilettura comico-satirica e musicale.
Corrado, questa dovrebbe essere una classica intervista ma, conoscendo il tuo favellare, ti lascio spazio per raccontarci le tappe della sua ascesa pittorica e musicale. Quindi molla i ferri del mestiere e illuminaci.
<< Pittoricamente parlando, sono di formazione autodidatta e dipingo sin da bambino. Dopo una pausa di alcuni anni ricomincio, matita e foglio bianco a tiro, rispolverando i miei libri sulle tecniche pittoriche, prospettiva, anatomia e spettro dei colori. Inizia così un periododi pittura paesaggistica, ma presto ritrovo l’ispirazione per la figura umana e, essendo io una persona allegra e sempre disposta al riso, decido di interpretare i miei personaggi in chiave satirica. Incoraggiato da alcuni amici pittori ed esperti d’arte parto in quarta: arrivano le prime recensioni positive, importanti mostre personali e collettive, significativi premi e grandi apprezzamenti dai collezionisti. A breve sarò presente a Pomezia in una collettiva dedicata all’”October fest”, nella sede espositiva dell’Arciconfraternita di Santa Croce di Caramagna e in una personale alla Civica del “Vicolungo outlets”. In ordine alle performance musicali appartengo, come tastierista e cantante al gruppo del “Pandora” nato a Racconigi da un progetto di Claudio Colombo, batterista polistrumentalista. Nel 2005, con il padre Beppe, anche lui tastierista, abbiamo dato vita alla band con l’ambizione di riproporre il grande rock anni ’70, con brani inediti cantati in italiano. Poi si è unito a noi il chitarrista Christian Dimasi. Il nostro contratto è stato con l’etichetta milanese Ams-Btf, con l’uscita nel settembre 2008 dell’album “Dramma di un poeta ubriaco” che ha avuto ottimo riscontro a livello internazionale. I progetti futuri vedono impegnati i Pandora in concerti e in un secondo disco che dovrebbe uscire entro il 2010>>.
Il Grappeggia pensierosi è esplicato a tutto tondo e quindi non resta che apprezzare la continua ascesa di un personaggio che, in breve, è riuscito a ricalcare con successo le tavole dei palchi musicali e gli avattati pavimenti delle sale d’arte.
Estratto da Rivista IDEA (sezione Arte - 15 ottobre 2009)
Ottobre 2009, Prof. Giorgio BARBERIS