martedì 28 settembre 2010
AL SUD LE DISCARICHE AL NORD I DEPOSITI DI VEICOLI SEQUESTRATI: TUTTO INTASATO, TUTTO INQUINANTE, TUTTO CON COSTI ESORBITANTI PER GLI ITALIANI.
Vecchio o nuovo il codice della strada continua imperterrito a far sequestrare auto per svariati motivi: tutti decisamente anticostituzionali e tutti disastrosamente costosi per l'intera comunità, dannosi per l'economia, frustranti e debilitanti per le migliaia di interessati. Ma ciò che più disturba è il fatto che questi veicoli giacciono per anni nei depositi di custodia giudiziaria senza che nessuno si preoccupi di procedere con le vendite all'asta che potrebbero, se questa è la ratio del legislatore, fare incassare svariati milioni di euro allo stato. In tanti ci siamo domandati il perchè e, in tanti, stiamo intervistando a tappeto depositari, preposti ai controlli stradali, responsabili ministeriali e via dicendo. Risultato? Una strisciante omertà fatta di non so, non ho tempo, è la prassi ed altre risposte simili che fanno pensare, in un'Italia ormai ridotta ad una repubblica delle banane, a qualcosa di meno eclatante della punizione dei trasgressori e rimandano al grande businnes che vi si intravede a corollario. L'unica che è riuscita a cavare qualche ragno dal buco è la collega giornalista Gisella Bianchi di report RAI che ha intervistato il Vice Presidente dell'ASSI e custode giudiziario, un responsabile della Direzione Centrale di Polizia - Ministero degli Interni di Roma, un' impiegata della Prefettura di Milano, un responsabile del Demanio che è l'ente incaricato di licitare o demolire i veicoli, e una “sequestrata”. Dal primo contatto è emerso che ci sono auto bloccate da circa 25 anni, di cui molte – al tempo - quasi nuove, e che le stesse sono ammassate a migliaia nei depositi giudiziari dove, in pochi anni si deteriorano sino alla rottamazione che, comunque, non si vuole fare perchè costosa. Un danno per stato e cittadini, sottolinea il Vice Presidente dell'ASSI, che a tutt'oggi ammonta a centinaia di milioni di euro e che lo stesso, l'unico tra i rappresentanti istituzionali contattati, depreca fortemente. Alla Direzione Centrale di Polizia di Roma si dice invece che, a causa dei lunghi tempi della giustizia (e non certo per colpa della Magistratura n.d.r.), molte pratiche sono anche andate perse quindi non si sa come procedere in merito e che comunque non è compito loro, eseguito il sequestro, il seguire il tutto. Come dire “Ho altro da fare”. Il portavoce della Prefettura di Milano risponde testualmente : “ Purtroppo non c'è la disponibilità di intervista”. Alla domanda della collega : “Come mai?” segue: “Semplicemente perché non si ritiene di doverla fare, perché innanzitutto sono argomenti specifici sui quali non si ritiene di dover fare interviste”. Ci prova, la Bianchi, con il Demanio dove le pratiche del veicolo vengono trasmesse dopo la confisca “ma anche loro non parlano!” L'ultima contattata è la proprietaria di una Jaguar che, ormai rassegnata, attende da anni una comunicazione la quale, pur naturalmente sollecitata anche da diversi avvocati, non arriva mai. Ed intanto il mezzo, praticamente nuovo, attende di passare, se va bene, nelle categorie delle auto d'epoca. Alla fine della via crucis la giornalista viene a sapere che, per risolvere questo dannoso problema, è in via di istituzione la figura del custode acquirente che però esiste ancora solo formalmente perché sostanzialmente le gare non sono state ancora concluse. Ed anche perchè, come riferisce al telefono il Sig. Domenico Goi, altro custode giudiziario, “Io custode acquirente non intendo divenirlo, per adesso. Se le cose cambieranno, e se come imprenditore mi prospetteranno la possibilità di guadagno, allora è chiaro che vorrò fare anch'io l'imprenditore”. In sunto: i sequestri continuano, i depositari vanno bene così perchè tanto l'impegno è pagato dai “sequestrati”, lo stato se ne frega e magari ci vede anche un sistema per aumentare la vendita di veicoli, e se qualcuno vuole pensare di peggio faccia serenamente. “Ma la cosa che più fa arrabbiare – conclude la Bianchi (e non solo lei n.d.r.) è che se i legittimi proprietari non riescono a riprendersi un bene di loro costituzionale proprietà lo Stato, che potrebbe effettivamente rivendere i mezzi, se ne frega e fa rimettere un sacco di soldi a tutti. Tranne che a qualcuno che, invece, ci guazza. Altro bell' esempio che educa il cittadino !” Ma la collega può stare serena perchè molti di noi hanno finalmente deciso di venire a capo di questo rebus e, certamente, ci riusciremo.
Giorgio Barberis – Savigliano (CN)
Giorgio Barberis – Savigliano (CN)
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